Artite, un problema da affrontare in sala operatoria

Prendiamo spunto dal sito web Maldigola.eu, per affrontare una problematiche non strettamente estetica ma capace di complicare notevolmente la vita di chi ne soffre, ovvero l’artrite reumatoide.

Questa malattia colpisce le articolazioni, è estremamente diffusa e può generare problematiche di movimento, forti dolori e inestetismo posturale.

L’artrite provoca forte dolore e rigidità, nei casi più gravi è possibile che il malato perda totalmente la funzionalità delle articolazioni.

I sintomi principali sono: gonfiore, dolore (in particolare concentrato all’altezza del polso.

L’artrite è una malattia autoimmune, causata dai leuciti (globuli bianchi del sangue), che raggiungono la sinovia e ne causano l’infiammazione, detta sinovite.

Con l’ispessimento della sinovia l’articolazione inizia a gonfiare divenendo più molle e calda. A questo punto inizia un processo di distruzione della cartilagine che finisce per indebolire i muscoli, i legamenti e i tendini fino, nel peggiore dei casi (quando parliamo di artrite grave) a paralizzare interi arti.

Secondo gli studi più recenti, il danno osseo si verifica tra il primo e il secondo anno di malattia, elemento che rende questa patologia particolarmente pericolosa, in quanto viene spesso sottovalutata di fronte ai primissimi sintomi.

 Evoluzione della patologia e fattori di rischio

Questa particolare patologia vede la sue genesi all’interno di caratteristiche genetiche, nell’ambiente e nell’attività ormonale anomala. Le donne sono i soggetti più a rischio di artrite per una mera questione ormonale.

La diagnosi dell’artrite prevede una spiegazione dei sintomi da parte del paziente e il riconoscimento della data esatta della loro iniziale manifestazione.

Dopo una accurata analisi dei riflessi e dello stato di salute generale, il medico provvederà a valutare la presenza di eventuali escoriazioni cutanee o di infiammazioni ai polmoni, sintomo spesso presente e da non sottovalutare assolutamente.

Gli esami principali per la diagnosi di artrite reumatoide sono il Reuma test, e l’anti CCP. Importanti sono anche le radiografia che permettono di capire l’entità del danno articolare già presente.

La cura prevede invece l’utilizzo di farmaci, così come mirati interventi chirurgici con l’obiettivo di permette al paziente di riacquistare il movimento perso e ridurre le situazioni di dolore.

L’approccio chirurgico

Citiamo adesso le parole del Dottore Maurilio Bruno, Responsabile dell’U.O. di Chirurgia della Mano II e Microchirurgia ricostruttiva all’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi:

“La Reumatologia, attraverso la farmacologia, cerca di fermare questi processi poiché, essendo una patologia cronica, difficilmente si arriva una guarigione. In ortopedia arrivano un po’ gli effetti dei primi danni: l’articolazione comincia ad avere dei deficit, dei danni veri e propri che richiedono la rimozione della sinovia in eccesso tramite la sinoviectomia, la quale costituisce il primo approccio chirurgico all’articolazione. L’abitudine alla sinoviectomia precoce ci ha consentito, così, di ridurre i danni rallentando i processi destruenti. Se, invece, questi danni dovessero progredire, vorrebbe dire che la cartilagine è danneggiata e che, quindi diventa necessario ricorrere alla sostituzione articolare tramite impianto di una protesi articolare oppure tramite l’artrodesi, cioè la fusione ossea dei capi articolari distrutti. Questa patologia può essere monoarticolare (che colpisce cioè solo un’articolazione), pauciarticolare (che colpisce diverse ma poche articolazioni) o poliarticolare (che colpisce più articolazioni) può portare all’impianto di più protesi”.

Come si evince da questa spiegazione, l’opzione chirurgica viene scelta solo nei casi più gravi. Diventa però una possibilità per le persone che soffrono di questa malattia per ritornare a una vita normale, liberandosi così dei dolori e delle difficoltà nei movimenti causati da questo disturbo.

L’artrite colpisce un numero altissimo di cittadini anche in Italia, i progressi della chirurgia sembrano però far ben sperare per il futuro di chi soffre di questo problema e sta cercando una soluzione per tornare alla normalità.